sabato 15 novembre, al TaTÀ di Taranto

«Se passi da casa mia, fermati». Per la rassegna “l’autunno dei teatri”, sabato 15 novembre 2014, alle ore 21 al TaTÀ di Taranto, in via Deledda ai Tamburi, va in scena “Croce e fisarmonica“ di Carlo Bruni ed Enrico Messina, regia Carlo Bruni, con Enrico Messina e Mirko Lodedo, musiche dal vivo Mirko Lodedo, coproduzione Armamaxa teatro – Diaghilev, in collaborazione con Pax Christi, Linea d’Onda, Banca Etica, spettacolo vincitore dell’edizione 2013 “I Teatri del Sacro”. Biglietto 10 euro. Info: 099.4725780 – 366.3473430.

Se un uomo, morso violentemente da un cancro, decide nel dicembre del ’92 di partire per Sarajevo per invocare il primato della pace, proprio sulla soglia tragica di una guerra, sta si offrendo o gioisce?

Antonino Bello è stato vescovo e presidente nazionale di Pax Christi. Nato nel 1935 ad Alessano, nel Salento, è morto a 58 anni nell’aprile ’93 a Molfetta, in episcopio. Nella sua casa natale, fra ricordi, regali, testimonianze d’affetto, c’è il disegno di una bambina delle elementari che lo ritrae, in piedi, su di una fragile e variopinta barchetta a vela, braccia larghe e mani che tengono rispettivamente una croce ed una fisarmonica.

Don Tonino Bello ha esercitato il suo mandato coniugando uno straordinario rigore evangelico con un anticonformismo capace di spiazzare i più arditi rivoluzionari; associando ad una fede profonda una laicità che a molti, ancor oggi sembrerebbe paradossale per un prete: tenendo insieme croce e fisarmonica.

Lo spettacolo non tenta una sintesi del suo ricchissimo patrimonio, non costruisce un reliquario. Piuttosto vuole ricavare l’impronta di un passaggio perché, per quanto profonda, non rischi di essere cancellata dal folklore o allontanata da una meritata santificazione. E’ il racconto di un mito. Il sud, la fede, l’impegno sociale, riformatore, pacifista, sono coordinate di una rotta che vengono percorse con la cadenza di una ballata perché questa storia ci resti dentro come una canzone.

Antonio Bello è stato Vescovo e presidente nazionale di Pax Christi. Nato nel 1935 ad Alessano, nel Salento, è morto a cinquantotto anni nell’aprile del ’93, a Molfetta, in episcopio. Nella sua casa natale, fra molti ricordi, regali, testimonianze d’affetto, c’è il disegno di una bambina delle elementari che lo ritrae, in piedi, su di una fragile e variopinta barchetta a vela, braccia larghe e mani che tengono rispettivamente una croce ed una fisarmonica. Prediligendo il potere dei segni ai segni del potere, don Tonino Bello ha esercitato il suo mandato coniugando uno straordinario rigore evangelico, con un anticonformismo capace di spiazzare i più arditi rivoluzionari; associando a una fede profonda, una laicità che a molti, ancora oggi, sembrerebbe paradossale per un prete: tenendo insieme croce e fisarmonica. È difficile trovare qualcuno nelle nostre parti, con più di trent’anni, che non abbia un episodio da raccontare, una testimonianza del proprio rapporto con questo pastore salentino.

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NOTE DI STAMPA

Il lavoro di Carlo Bruni ed Enrico Messina cerca di esercitare una fede “laica” nell’uomo, attraverso la ricostruzione mitica della figura di un religioso. Talvolta si attribuisce al mito un senso d’irrealtà, addirittura di falsità, mentre nella tradizione classica il mito rappresenta un punto elevato di sintesi: un punto di riferimento capace di favorire la coesione sociale, culturale, etica, di definire un orizzonte comune. “Croce e fisarmonica“ è, appunto, il racconto di un mito. Il sud, la fede, l’impegno sociale, riformatore, pacifista, sono coordinate di una rotta che vengono percorse con la cadenza di una ballata perché questa storia ci resti dentro come una canzone.

Armamaxa teatro

Armamaxa è parola di origine greca che vuol dire “carro”. L’Associazione trasporta i progetti teatrali dei suoi componenti che si riconoscono in un teatro necessario e umano fatto di passione, tempo e ricerca. Dal 1998 la Compagnia ha fondato la propria poetica sulla ricerca del legame tra oralità, movimento, ricerca sociologica, costruendo un percorso culturale e artistico fortemente legato al presente, in cui etica ed estetica non sono separate e la cui motivazione originaria è da ricercare proprio nel dialogo tra arte e società. Così sono nati progetti e spettacoli come “Braccianti”, “Mammaliturchi”, “Orlando”, “Orecchiette”, “Principesse”, “Robin Hood” e “Racconto d’Oltremare” (per il pubblico dei ragazzi), “Millenovecentottantuno”, La diritta via” (scritto con l’ex magistrato Giuliano Turone), e in ultimo “Croce e fisarmonica”, coprodotto con Diaghilev, compagnia “inquilina” a Molfetta nell’ambito dello stesso progetto Teatri Abitati, a conferma della vitalità di una regione d’eccellenza nel panorama nazionale. Dal 2008 gestisce il teatro comunale di Ceglie Messapica.