In merito alla conferenza stampa del Circuito d’Autore di Apulia Film Commission, tenutasi presso il cinema ABC di Bari, interviene l’Associazione Nazionale Esercenti Cinema per fare chiarezza sulle politiche regionali dell’Assessore Godelli sull’esercizio cinematografico.
“Sorprende innanzitutto la coincidenza temporale tra la campagna elettorale per il rinnovo del governo regionale e l’annuncio dell’Assessore del proseguimento del Circuito d’Autore morto e risorto nel corso della conferenza stampa convocata per annunciarne la fine”, è quanto affermano i Presidenti di ANEC e FICE (Cinema d’Essai) di Puglia e Basilicata, Giulio Dilonardo e Piero Salerno.
La realtà è purtroppo tutt’altra in quanto il progetto è terminato già dal 31 dicembre dello scorso anno e non a fine marzo, come è stato affermato in conferenza stampa. Il motivo per cui la programmazione è proseguita nelle sale aderenti risiede esclusivamente nella disponibilità da parte delle imprese di esercizio grazie alla quale il pubblico pugliese ha potuto continuare a frequentare le sale del circuito anche in quest’inizio 2015. Per quanto attiene poi al € 1.050.000,00 di risorse annunciato vale la pena di precisare che la maggioranza di tale fondi non giungerà alle imprese di esercizio che ne riceveranno una minima parte.
“Avevamo da tempo segnalato all’ Assessore Godelli e al Presidente Vendola”, continuano l’Anec e la Fice, “la necessità di sostenere le sale cinematografiche tradizionali, non solo con le attività del circuito che purtroppo riguarda un numero molto esiguo di sale, solo 20 schermi, in maggioranza nella sola provincia di Bari, di cui solo 8 sale storiche rispetto alle 58 ancora in attività nella nostra regione, ma anche individuando lo strumento del Fondo di Coesione Sociale come idoneo a reperire le risorse e consentire non solo la prosecuzione del circuito ma il suo potenziamento a tutte le provincie pugliesi a vantaggio di numerosi territori e dei loro cittadini dimenticati dalle precedenti edizioni del progetto. Quello che è accaduto nella realtà e che l’ Assessore non solo non ha ritenuto di dedicare le dovute risorse al D’Autore ma nel modificare l’Accordo di Programma Quadro (16.12.14) ha cancellato le risorse che l’esercizio cinematografico attendeva da un decennio sugli investimenti strutturali previsti dalla LR 6/2004. Inoltre la tutela e la salvaguardia delle sale dei centri urbani, prevista dalla LR 8/2008, è stata disattesa con la recentissima approvazione da parte della giunta regionale (DGR n 828 del 23.04.15) di un programma triennale di apertura sale che consente lo sviluppo di nuove strutture totalmente anti economiche e potenzialmente bisognose di futuri sostegni (strutture di 3 sale per complessivi 350 posti) come più volte evidenziato da ANEC nei precedenti incontri di concertazione. Inoltre il programma approvato consente lo sviluppo in numerose aree della nostra regione di mega strutture da migliaia di posti la cui realizzazione decreterebbe la fine certa di tante sale esistenti, senza invece favorire lo sviluppo di medie strutture citiplex ( 7/8 sale 800 posti) che sono quelle che il mercato richiede e che andrebbero nella direzione di soddisfare le esigenze del pubblico”.
“Ci rivolgiamo quindi a tutti i candidati Presidenti alla guida del governo regionale”, chiudono Dilonardo e Salerno, “perché pongano l’attenzione sugli strumenti che consentiranno il sostegno alle imprese pugliesi, quali i Fondi Strutturali Europei 2014-2020 dando quella discontinuità rispetto alle politiche sin qui adottate per il settore dell’esercizio cinematografico, necessaria per il mantenimento in attività delle sale. Avremmo voluto infine che l’Assessore nel nostro cinema Abc avesse annunciato altro, come per esempio il rifinanziamento per la digitalizzazione delle sale rimaste fuori dalla graduatoria per mancanza di risorse e invece tutte le istanze delle Associazioni ANEC e FICE in merito all’esercizio cinematografico sono state ignorate fino alla fine del suo mandato durante il quale nella nostra regione hanno cessato l’attività ben 48 schermi dal 2005 a oggi dimezzando di fatto il parco sale dei centri urbani. Tutti cinema che la regione avrebbe dovuto tutelare e sostenere e con la chiusura dei quali si è purtroppo indebolita l’identità culturale di molte comunità pugliesi”.