Istituito dalla Commissione europea per gestire il nuovo meccanismo di garanzia dei prestiti alle imprese culturali e creative, il Fondo europeo per gli investimenti (FEI) ha pubblicato un invito a manifestare interesse per gli intermediari finanziari.

Lanciato ufficialmente il 30 giugno scorso (vedi comunicato stampa), questo nuovo strumento finanziario nell’ambito del programma Europa Creativa disporrà di un budget di €121 milioni per garantire fino a €600 milioni di prestiti alle imprese culturali e creative da qui al 2020. Tali prestiti dovranno essere effettuati da istituzioni finanziarie approvate dal FEI.

Gli intermediari finanziari interessati sono banche, istituti di credito (pubblici o privati), società di leasing, fondi o ancora istituzioni e meccanismi di garanzia stabiliti in seno all’UE, in Islanda o in Norvegia. Possono presentarsi fino al 30 settembre 2020 e saranno selezionati in un processo continuo, in particolare sulla base della loro politica di gestione dei rischi, dei prestiti alle piccole e medie imprese e della loro capacità di gestire portafogli di prestiti alle imprese del settore culturale e creativo.

Il FEI negozierà dunque un accordo di garanzia con gli intermediari finanziari selezionati. “Questi intermediari dovranno fornire relazioni approfondite sui prodotti finanziari che proporranno e sulla loro adozione da parte dei potenziali beneficiari.”

Il fondo di garanzia del FEI offrirà a queste istituzioni finanziarie una copertura parziale del rischio corso per i prestiti concessi alle piccole e medie imprese dei settori culturali e creativi (audiovisivo, cinema, videogiochi, festival, musica, letteratura, patrimonio, arti dello spettacolo, arti visive). Con un limite massimo del 70% dell’investimento, la garanzia del fondo è gratuita per l’intermediario finanziario che dovrà comunque mantenere un’esposizione di almeno il 20% degli importi impegnati.

Le istituzioni finanziarie potranno inoltre usufruire di consulenze sui punti critici relativi ai prestiti nel settore culturale: valutazione di modelli di business e di rischio di credito, l’utilizzo di beni immateriali (diritti di proprietà intellettuale), eccetera. Queste attività di capacity building assumeranno la forma di corsi di formazione, seminari e workshop offerti da società di consulenza che saranno anch’esse selezionate mediante gara.

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