L’associazione degli esercenti cinematografici precisa: saldo positivo di 515 schermi dal 2000. «No a una visione nostalgica della sala cinema»

Altro che ecatombe di cinema. L’Anec – Associazione Nazionale Esercenti Cinematografici – fa chiarezza relativamente ai numeri delle sale negli ultimi quindici anni. «I dati diffusi in questi giorni sulle sale chiuse in Italia – afferma una nota dell’associazione presieduta da Luigi Cuciniello – danno un’idea incompleta dell’evoluzione del mercato sala: se dal 2000 al 2014 hanno chiuso 1.149 schermi in 946 complessi, nello stesso periodo ne sono stati aperti 1.664 in 195 complessi, con un saldo positivo di 515 schermi».

L’Anec, continua la nota, «apprezza ogni iniziativa tendente alla salvaguardia della diversità delle sale cinematografiche, tuttavia invita a considerare l’indispensabilità di una sana redditività gestionale e della costante innovazione tecnologica ai fini del ripristino delle strutture inattive, per il quale è necessario il sostengo degli Enti di governo del territorio, anche in termini di incentivi fiscali».

Conclude l’associazione: «L’Anec respinge inoltre con fermezza una visione nostalgica della sala cinema come “nuovo cinema Paradiso” desueto e in declino: lo dimostra il +10% del 2015, in Italia come in Europa, e il rinnovato interesse per il cinema, anche italiano, di inizio 2016: se i problemi connessi all’attività di gestione dei cinema meritano un approfondimento in altra sede, l’Anec non può che ribadire, per gli investimenti effettuati e il lavoro quotidiano di programmazione e promozione, di guardare al futuro anziché a un “glorioso passato.

Fonte: www.anecweb.it/