Negli ultimi dieci anni in Puglia hanno chiuso i battenti 48 cinema situati nei centri urbani, la concorrenza delle multisale ha praticamente stroncato le loro attività senza che la Regione Puglia facesse nulla per impedire che ciò avvenisse.

Per questo l’incontro di questa mattina con i soci dell’Agis Puglia mi è servito per mettere a fuoco una situazione non certo felice del settore, nonostante la nostra regione sia diventata quella fra le più scelte dalle grandi e medie produzioni per girare film e fiction. E nonostante in Puglia Regione abbia appositamente previsto l’istituzione di un ente ad hoc: l’Apulia Film Commision

Fatta la premessa che per me l’argomento non è fra quelli più conosciuti e che quindi mi avvarrò anche della loro esperienza e competenza nel prendere le scelte che meglio possono tutelare il settore ho promesso che, da presidente della Regione, porrò particolare attenzione all’utilizzo a loro favore dei Fondi Strutturali Europei 2014-2020, dando quella discontinuità rispetto alle politiche sin qui adottate.

Devo essere sincero e dire che sono rimasto non poco meravigliato della disattenzione mostrata dall’Assessorato regionale alla Cultura che a detta dei miei interlocutori ha disatteso l’impegno a sostenere le sale cinematografiche tradizionali, una settantina, ancora in attività nella nostra regione, ma anche non individuando lo strumento del Fondo di Coesione Sociale per reperire nuove risorse.

Inoltre, questa mattina, mi è stato ‘denunciato’ che la tutela e la salvaguardia delle sale dei centri urbani, prevista dalla LR 8/2008, è stata disattesa con la recentissima approvazione da parte della giunta regionale , con una delibera approvata il mese scorso, di un programma triennale di apertura sale che consente lo sviluppo di nuove strutture, a loro dire, totalmente anti economiche e potenzialmente bisognose di futuri sostegni (si tratta di strutture con tre sale per complessivi 350 posti), mentre il programma approvato consente lo sviluppo in numerose aree della nostra regione di mega strutture da migliaia di posti la cui realizzazione decreterebbe la fine certa di tante sale esistenti, senza invece favorire lo sviluppo di medie strutture citiplex ( 7/8 sale 800 posti) che sono quelle che il mercato richiede e che andrebbero nella direzione di soddisfare le esigenze del pubblico”.