È stata presentata a Riccione nell’ambito di Ciné la ricerca promossa da DGCinema e ANICA e realizzata dalla società demoscopica GFK sulla destagionalizzazione del cinema in Italia.

Lo studio, basato su 1600 interviste a un campione rappresentativo dei frequentatori del cinema negli ultimi 3 mesi. La rilevazione è stata condotta nel corso di due settimane dal 3 al 19 Marzo 2017. Qui di seguito le conclusioni di GFK. In un altro articolo saranno riportate le tabelle generate dalla ricerca.

Nel periodo estivo: parte della popolazione lascia – per periodi più o meno lunghi – le proprie zone di residenza, e nelle zone di villeggiatura l’offerta di strutture cinematografiche è più debole di quella dei centri cittadini.Il percorso di ricerca ha fatto emergere un quadro molto articolato di relazione con il Cinema e ha messo in luce una convergenza di fattori, anche intrecciati tra loro, che spiegano la contrazione delle presenze nella bella stagione.

Una seconda area di responsabilità attiene all’offerta di film in sala: il pubblico riconosce esplicitamente una minor numerosità e qualità di proposte già in Primavera, ma soprattutto in Estate, e la addita come un fattore importante della propria disaffezione.

Un’offerta di film analoga a quella del periodo di fine Autunno – inizio Inverno verrebbe accolta dalla maggioranza del Pubblico con un incremento di frequenza sostanziale.

Per quanto sia questa un’area importante, «actionable», non è questa la causa principale della disaffezione stagionale al Cinema. E’ un passo necessario, ma non sufficiente. E richiede una serie di interventi ulteriori perché sia uno sviluppo realmente valorizzante.

Due fattori interrelati rappresentano la causa principale del problema del Cinema nella bella stagione: la competizione di alternative per il tempo libero estivo; il format mediale del Cinema e l’impostazione ambientale delle sale cinematografiche.

In Primavera e in Estate vi è innanzitutto la disponibilità di molte più opportunità per trascorrere i pomeriggi e soprattutto le serate, che diventano più attrattive proprio per la gradevolezza della temperatura e della luce negli orari di tradizionale frequentazione delle sale.

I centri cittadini, i parchi cittadini, le spiagge, i boschi, ma anche i giardini e i terrazzi privati: in buona sostanza nella bella stagione una porzione molto estesa di territorio entra in competizione diretta con il Cinema.

Non solo tutte queste zone diventano più piacevoli, ma anche più frequentate; e questa loro «socialità» è un ulteriore fattore di attrazione.

La disponibilità di gelaterie, di sagre e manifestazioni locali intensifica ulteriormente la rilevanza di questo fattore.

In aggiunta, sia il format mediale, sia l’impostazione ambientale del Cinema sono strutturati su valenze che per certi versi sono in opposizione con quelle della bella stagione: l’atto fruitivo del cinema (il «guardare il film») è caratterizzato da «buio», «immobilità» e «silenzio/ isolamento» dello spettatore. Le strutture cinematografiche sono «chiuse», arredate in modo «pesante» e spesso anche collocate in zone non premianti del nostro territorio.

In Inverno lo stesso atto di consumo del film esprime una dimensione luminosa e un’apertura esperienziale/onirica: a livello profondo il Cinema in Inverno è insomma un «bel sogno», una «vacanza» e il pre/post dello spettacolo sono intessuti di socialità, che avrebbe invece molte meno chance di essere agita altrimenti stante la scarsa rispondenza del territorio in quel periodo dell’anno.

Questo tipo di «chimica emozionale» non si ricrea con la stessa intensità nella bella stagione; anzi rischia di operare proprio all’opposto, generando vissuti di «stranezza», «tristezza».

E’ abbastanza evidente che questa ultima serie di fattori competitivi e situazionali non è interamente risolvibile/ superabile. Al contempo però, dalla consapevolezza di questi fattori ostativi al Cinema d’Estate possono partire alcuni stimoli per una sua ridefinizione.

Occorre aprire un «cantiere strategico» dedicato agli «ambienti» del Cinema, a tutti i livelli.

La consapevolezza chiave che emerge dalla ricerca è che la «bellezza ambientale» e la «socialità» degli ambienti estivi è il fronte su cui il Cinema oggi appare più carente rispetto alle opportunità alternative di impiego del tempo. Occorre ripensare l’ambiente di fruizione del Cinema in modo da generare vissuti emozionali positivi anche nella bella stagione.

Per «situazione ambientale» del Cinema si può intendere:

  • la collocazione sul territorio delle strutture
  • l’abbinamento ad altri ambienti ed esercizi commerciali
  • gli spazi interni ed esterni per agire la socialità: nel «pre» e nel «post» del Cinema: questo aspetto è estremamente importante, e deve poter entrare in sinergia con i contenuti del film
  • l’allestimento e il design delle sale
  • le opportunità di rinfresco e ristoro, ecc..

Anche se la competizione delle attività alternative è decisamente maggiore d’Estate, il monte complessivo di uscite serali a cui il Cinema può potenzialmente accedere è di almeno 2 o 3 volte superiore a quello invernale.

Vi sono quindi i presupposti concreti per un recupero di presenze rispetto al periodo invernale. Ma occorre agire congiuntamente sull’offerta di film e sugli ambienti delle sale cinematografiche perché l’effetto possa essere realmente conseguito.

LA RICERCA