Sulle preoccupazioni espresse nei giorni scorsi sulle sorti della Fondazione Petruzzelli il Presidente dell’Agis di Puglia e Basilicata, Giulio Dilonardo, precisa: “Bari e la Puglia devono concentrare tutte le proprie forze nel mantenimento della 14esima e più giovane Fondazione lirico sinfonica italiana. E’ un obbligo al quale dobbiamo credere fortemente ma al contempo dobbiamo porci anche il problema della fruibilità del teatro in un momento particolarmente delicato per la continuità della Fondazione.

Non abbiamo mosso critiche al Regolamento che disciplina l’utilizzo, anzi ben ha fatto il Presidente Carofiglio a volerne la sua adozione, ma le criticità, emerse in occasione della conferenza stampa organizzata dalla Camerata Musicale Barese, sugli oneri tecnici e i relativi costi ne rendono impraticabile l’uso con la sensazione che ciò non sia casuale ma risponda a precise scelte della Fondazione. La conferma è nella lettura del bilancio preventivo per l’esercizio 2016 che, contrariamente a quanto previsto dal piano aziendale di risanamento sottoscritto meno di un anno fa grazie alla legge del Ministro Bray, riporta tra i ricavi della gestione del teatro un importo di € 300.000 del 40% inferiore al piano aziendale ma soprattutto inferiore ai dati dei bilanci consolidati degli anni 2013-2014-2015 che hanno visto i ricavi per l’utilizzo del teatro da parte di terzi per importi rispettivamente di 522.000, 485.000, 585.000 . Le ragioni di questa stima più bassa sono imputabili, sempre dalla lettura del bilancio, principalmente all’aumento delle recite e delle attività direttamente organizzate dalla Fondazione che rendono fruibile il teatro da parte di enti terzi per un numero di giornate più basso rispetto al passato. E la prima vittima di queste scelte è proprio la Camerata che da 23 date previste in cartellone per la stagione 2016/2017 se ne viste concedere solo 13 dalla Fondazione”.

“I termini e le condizioni contenuti nel Regolamento approvato”, continua Dilonardo, “rispondono quindi, non ad eliminare fenomeni di mala gestione del passato sull’utilizzo del teatro e sulla discrezionalità nel concederlo, bensì a una decisione precisa del Sovrintendente nel limitare l’uso del teatro da parte di terzi. E allora ci chiediamo il perché, in una situazione di assoluta incertezza delle risorse, la scelta della Fondazione vada nella direzione dell’incrementare recite che portano ricavi da botteghino marginali come per i concerti sinfonici o cameristici (dal bilancio atteso tra i € 1.000 e i € 5.000 a recita) invece di scegliere di incentivare i ricavi con una gestione più produttiva dello spazio teatrale e risorse economiche private.

Non rientra sicuramente nelle competenze dell’ AGIS interferire nelle scelte artistiche del Sovrintendente di cui se ne riconoscono le indiscusse capacità, ma quando si parla della fruibilità del teatro da parte del pubblico e da parte delle imprese di spettacolo pugliesi o della tutela del teatro riteniamo a pieno titolo di poter rappresentare la nostra posizione così come facciamo per tutti i luoghi di spettacolo della nostra regione e della Basilicata, dai teatri all’ultimo cinema mono schermo delle nostre provincie”.

“E allora”, conclude Dilonardo, “o la Fondazione è in grado di garantire l’utilizzo plurale da parte di più soggetti a beneficio dei bilanci e dell’offerta culturale pugliese o, come già detto bisogna pensare a nuovi modelli di gestione che lo facciano.

Il problema di sostenibilità non affligge solo la  Fondazione Petruzzelli ma coinvolge altre Fondazioni. Non a caso il Ministro Franceschini sta pensando a una nuova legge di riordino delle fondazioni lirico-sinfoniche. Non è più pensabile gestirle come accadeva negli anni ’60 dove prima o poi arrivava un contributo straordinario a ripianare le perdite. Abbiamo fatto l’esempio dell’ auditorium della musica e del suo uso intensivo da parte della Fondazione Musica per Roma e non gestito dall’Accademia Santa Cecilia che è stato ritenuto inapplicabile. Sappiamo che l’ Accademia gode di uno statuto speciale che non prevede la gestione di uno spazio, ma allora, in previsione di un riordino delle Fondazioni e le particolarità sulla situazione della proprietà del teatro Petruzzelli, che vede continuamente l’ente Barese in grave deficit patrimoniale, perché non incominciare a pensare a nuovi modelli di gestione che da una parte ottimizzino l’uso dei teatri con gestioni manageriali e dall’altro pongano la Fondazione nel concentrarsi sulla mission artistica? Nella città di Bari un soggetto gestore pubblico-privato sarebbe la direzione giusta per attrarre capitali privati, visto che in passato il giusto tentativo di coinvolgere i privati nella Fondazione non ha portato i risultati attesi, ma ciò assume ancor maggior valenza per gestire in modo unitario non solo il Petruzzelli, ma anche il Piccinni, il Margherita e il Kursaal.

Solo con una visione complessiva e organica di tutte queste problematiche Regione, Comune e Città Metropolitana potranno raggiungere l’obbiettivo di assicurare la vivacità culturale che la città merita e che può rappresentare come polo di riferimento nel panorama nazionale e internazionale”.